Lezioni di Carriera dal mondo USA: 5 lezioni che mi hanno insegnato i miei clienti americani
- sabrinaselmicoach

- 2 gen
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Ultimamente ho avuto l'opportunità di seguire alcuni percorsi di coaching con clienti americani. Devo ammettere che mi hanno tutti colpita per alcuni punti in comune che sono emersi in modo evidente rispetto all'approccio al mondo del lavoro che hanno gli italiani, e che meritano di essere raccontati perché possano essere di ispirazione, io le chiamo le lezioni di carriera americane:
La Carriera come Percorso Non Lineare
Gli americani hanno una visione della carriera sorprendentemente fluida. Secondo recenti studi del Bureau of Labor Statistics, un lavoratore americano cambia in media 12 lavori durante la sua vita professionale. Quello che mi ha colpito nei miei clienti non è tanto il numero in sé, quanto la naturalezza con cui affrontano questi cambiamenti.
Non considerano i cambi di carriera come "salti nel buio" o "fallimenti", ma come naturali evoluzioni del proprio percorso professionale. E' evidente che si tratta di un fatto culturale, e che per un americano essere oggi manager, domani dog-sitter magari per sostenersi mentre fonda una startup è un approccio molto naturale.
La cosa più sorprendente? Lo fanno senza il minimo senso di "perdita di status" che spesso ossessiona noi italiani. L'atteggiamento che abbiamo noi italiani é spesso molto differente, e si aggira tra il "non posso sprecare tutto il percorso fatto fino ad oggi" e il "ma cosa diranno i miei genitori?".
Tuttavia fare questo percorso di liberazione dalla strada maestra ritengo sia fondamentale per incontrare il nostro IO più autentico ed un lavoro veramente allineato ai nostri valori e bisogni.
Il Fallimento come Badge d'Onore
"Ho fallito tre startup prima di trovare la formula giusta" - mi ha detto una volta un cliente con un sorriso orgoglioso. Questa frase racchiude perfettamente l'atteggiamento americano verso il fallimento. Nella Silicon Valley, un fallimento alle spalle è quasi un prerequisito per ottenere finanziamenti: dimostra esperienza sul campo e capacità di rialzarsi. I dati supportano questa mentalità: il 90% delle startup fallisce, eppure gli Stati Uniti continuano ad essere leader mondiale nell'innovazione e nell'imprenditoria. Perché? Perché il fallimento viene visto come un potente strumento di apprendimento, non come un marchio d'infamia.
In Italia abbiamo un reale problema con il fallimento: normativo e culturale. Nelle aziende l'errore é ancora visto come qualcosa da mettere nel cassetto delle accuse che magari si apre quando il lavoratore chiede l'aumento.
Inoltre spesso noto che i miei clienti vivono con il terrore di intraprendere la strada sbagliata e quindi andare incontro al fallimento.
Io ripeto sempre: lavoreremo fino a 70 anni, é impensabile immaginarsi su una retta via senza mai intraprendere alcuna deviazione di percorso. E se quella deviazione dovesse risultare quella non giusta per noi dopo 1, 2, 5, 10 anni, nulla ti impedisce di cambiare ancora, fino a 70 anni e oltre!
L'Età è Solo un Numero
Una delle lezioni più illuminanti che ho appreso dai miei clienti americani è che non esiste un "troppo tardi" per reinventarsi. Ho assistito a transizioni di carriera a 45, 55, persino 65 anni. Le statistiche mostrano che il 35% degli studenti MBA negli USA ha più di 35 anni, e il numero di imprenditori over 50 è in costante crescita. La mentalità è semplice: se hai una passione o un'idea, l'età non dovrebbe essere un ostacolo. L'esperienza accumulata in altri settori viene vista come un asset, non come un limite.
Decisioni Rapide e Azione Immediata
Un altro tratto distintivo che ho osservato è la capacità di prendere decisioni velocemente. Mentre molti professionisti italiani possono passare mesi a analizzare pro e contro di un cambio di carriera, i miei clienti americani tendono a seguire la regola del "70%": se sono sicuri al 70% della decisione, procedono. Questo non significa che agiscano in modo avventato. Piuttosto, hanno capito che in un mondo in rapida evoluzione, l'analisi-paralisi può essere più dannosa dell'azione imperfetta. Come mi ha detto un cliente: "Puoi sempre aggiustare la rotta in corso, ma non puoi guidare un'auto ferma."
Il "Side Hustle", ossia il doppio lavoro come opportunità
Un altro aspetto emblematico che ho osservato nella mentalità americana é l'approccio "side hustle", ovvero l'attività secondaria accanto al lavoro principale.
In alcune culture questo é visto come un segnale di difficoltà economica, quindi ecco che ritorna il "marchio negativo" .
Gli americani gestiscono un'attività parallela non solo per motivi economici, ma soprattutto come "laboratorio" per testare nuove passioni e competenze.
Questa è una scomoda realtà per molti italiani, che preferiscono dire di non avere tempo o che semplicemente non saprebbero cosa fare, ormai assuefatti dall'azienda presso cui lavorano e dalla quale pretendono crescita e aumenti. A volte la soluzione sta proprio là fuori, basta guardarla!
Ma torniamo agli americani, che vedono le loro attività secondarie come:
- un campo di prova per potenziali future carriere;
- un modo per diversificare le proprie competenze;
- una rete di sicurezza per eventuali cambi di carriera futuri;
- un'opportunità di networking in settori diversi dal proprio.
La mentalità americana ci insegna che la carriera è un mosaico di esperienze diverse, dove anche le attività secondarie contribuiscono a creare un percorso ricco e resiliente.


